giovedì 15 ottobre 2009

Filippo Bentivegna


"Ricinu ca voi abbruciari Sciacca, bravu Filippu, te' li cirina !" *

*) tratto dal testo dei Virginiana Miller, “Bentivegna”. Album “Italia Mobile” (1999)http://www.virginianamiller.it/

L’animo umano riesce a plasmarsi e a materializzarsi in forme d’ espressione che sembrano, a volte, ben lontane dalla stessa persona che le genera.” *

*) Mine.


Filippo Bentivegna




Figura eccentrica ed inquietante di Sciacca , Filippo Bentivegna (1888-1967), nei primi del del secolo scorso, come altri giovani Siciliani, emigra negli Stati Uniti dove lavora alla costruzione della grande linea ferroviaria Est – Ovest. Nonostante le poche e mal documentate testimonianze di quel periodo, si dice che innamoratosi di una giovane Americana e coinvolto in una rissa viene violentemente malmenato da un rivale in amore . Il conseguente trauma gli provoca alterazioni psichiche rimaste celate sino a quel momento. Tornato a Sciacca per curarsi si ritrova ad avere un po’ di dollari ed un certificato su cui è scritto “inabile al lavoro”.


Da questo momento trascorse gran parte dell sua vita all’interno del suo “castello incantato”, scolpendo e dando forma ad uno scenario surreale; popolato di migliaia di teste scolpite ovunque: sulle rocce, sui rami degli ulivi, nelle grotte dalle quali 'Mastru Filippu' cavava la pietra e addirittura disposta a gradoni.Ed In mezzo alle teste sistemate lungo i viottoli sorge la casa dove “Filippu di li testi” visse in compagnia dei suoi cani, delle sue fantasie e dei suoi fantasmi. Sulle pareti della casa i graffiti raccontano la sua vita, con le case del quartiere marinaro a lui tanto caro, i grattacieli di Boston ed un grande pesce che simboleggia il viaggio intrapreso.


Queste opere vengono considerate appartenenti al filone artistico Art Brut: arte impulsiva, brutale. Infatti, alcune sue sculture sono esposte al Museé de l'Art Brut di Losanna, unico museo dedicato all'arte Naïf, anche se in realtà, non tutti i critici ritengono che la sua espressione artistica si possa ricondurre al Naif.

http://www.art-singulier.fr




Informazioni:

Via Filippo Bentivegna, 16
Sciacca, 92019 (Agrigento)

Responsabile del II Settore AA.SS. del Comune di Sciacca

Prof.Onofrio Augello,

tel./ fax. +39.0925.20401


Telefono
+39.0925.993044(Custode Sig.Giuseppe Dimino)

Sito internet
www.comune.sciacca.ag.it

Apertura
9.00 - 13.00 / 15.00 - 17.00

Chiusura

Lunedì

Costo ingresso
Ingresso libero

Come arrivare
In auto: da Catania, A 19 Catania - Palermo, uscire a Caltanissetta, poi SS 640 per Agrigento e da qui SS 115 fino a Sciacca; da Palermo, A 29 Palermo - Mazara, uscire a Castelvetrano, poi SS
115 in direz. Agrigento.
In treno: da Catania, linea Catania - Agrigento, da qui proseguire in autobus; da Palermo, linea Palermo - Castelvetrano, da qui proseguire in autobus
In autobus:da Catania, Sais trasporti (tel. 095.536201) per Agrigento, da qui autolinee Lumia (tel. 0922.20414) per Sciacca; da Palermo, Sais trasporti (tel. 091.6171141)
In aereo: l'aeroporto più vicino è quello di Palermo, ma alcune compagnie aeree atterrano solo all'aeroporto di Catania




venerdì 2 ottobre 2009

Gibellina nuova





Gibellina (prov. di Trapani).

Prima del terremoto (gennaio del 1968) Gibellina era un centro medioevale costruito attorno al castello di Manfredi Chiaromonte verso il XIV secolo. Dopo L'evento tellurico la ricostruzione è avvenuta a circa una ventina di chilometri di distanza rispetto a dove sorgeva, in territorio della città di Salemi.



Nel 1980, nel pensare come doveva risorgere, il sindaco di allora, Ludovico Corrao, ha l’idea di “umanizzare” il territorio con la costruzione di un luogo urbano completamente improntato sull’arte, dando in mano la progettazione ad urbanisti ed artisti: Pietro Consagra, Alberto Burri condividono quest’esperienza con Mario Schifano, Andrea Casciella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco angeli, Leonardo sciascia ed altri. Gibellina vecchia viene ricoperta da una coltre di cemento su idea di Burri (Cretto di burri)


Dopo questa singolare esperienza, almeno in Sicilia, la cittadina di 4.550 abitanti si ritrova ad avere nel suo tessuto urbano centinaia di opere d’arte, installazioni, mosaici; un museo che racchiude migliaia di opere appartenenti a Guttuso, Rotella, Scialoja, Accardi, e molti altri. Ma le opere più suggestive sono ne “il ciclo delle natura”, dieci grandi tele di Mario Schifano realizzate e donate a Gibellina nel 1984.




Da non dimenticare le altre opere:

il sistema di piazze realizzato da Laura thermes e franco Purini che sembrano estratte da un quadro di De Chirico (nel collegamento d’ipertesto sottostante un documento PDF con una relazione sulle convenzione regionale per la realizzazione delle piazze); i due giardini segreti; le “case di Stefano” dove ha sede la fondazione Orestiadi , il museo delle trame mediterranee e da dove ,ancora, è possibile vedere “la montagna di sale” di Mimmo Paladino.

http://www.regione.sicilia.it/bbccaa/darc/allegati/convenzioni/relazione_piazze_gibellina.pdf